Forse vi sarete accorti che in questi tempi si fa un gran parlare di indipendenza. C’è chi la reclama come regione, chi come moglie o marito, chi come figlio, chi come condomino. Tutte le versioni possibili e immaginabili.
Sembra che la soluzione di ogni dramma (e voglio essere buono) sia quello di creare una indipendenza da qualcosa o da qualcuno. Questo mi ricorda molto un mio dramma personale, quando pensavo che un matrimonio avrebbe risolto i miei problemi, quando invece andai a sommare i miei problemi a quelli della mia (allora) consorte. Eppure tutti mi avevano assicurato che la condivisione avrebbe alleggerito il carico, mentre nella realtà non era così.
Dopo questa minuscola quanto inutile disgressione sui fatti miei torniamo sul tema principale: l’indipendenza.
A mio avviso, prima di poter chiedere l’indipendenza occorrerebbe riconoscere quali sono le “dipendenze”, cioè tutte quelle attività, funzioni, elementi necessari alla sopravvivenza, dopo l’avvenuto distacco ombelicale.
Il primo punto è l’energia. Parlo in generale senza puntualizzare circa le fonti: fossili, solari, eoliche, geotermiche, ecc. Senza l’energia dubito fortemente che una qualsiasi forma vivente possa chiedere l’indipendenza (vi ricordo che sto parlando in generale, senza voler trascendere negli argomenti politici). Se una regione o una persona, o gruppo di persone, desidera rendersi indipendente dovrebbe innanzitutto considerare come approvvigionarsi di energia. Senza questo elemento vitale penso che l’indipendenza sarebbe solo fittizia, in quanto basterebbe che qualcuno tagli le risorse e si diventerebbe più schiavi di prima.
Passo velocemente al secondo punto: le comunicazioni. Al giorno d’oggi è diventata essenziale la conoscenza e con essa la comunicazione. Pensate a cosa accadrebbe ad una comunità (o individuo) non in grado di comunicare con altri. Sarebbe praticamente destinato ad estinguersi. Giusto per esempio voglio ricordarvi cosa è accaduto sulle isole di Pasqua, dove la popolazione è stata impossibilitata a navigare (non c’erano più alberi per costruire piroghe) e non potendo “comunicare” con le isole circostanti furono destinati all’estinzione. Noi non usiamo piroghe, ma cellulari che ogni giorno trasmettono ordini, immagini, comunicazioni, GPS, ecc. Certo che basterebbe una normale linea telefonica analogica per parlare con l’altra parte del mondo. Ma i nostri viziatelli non riescono nemmeno più ad andare al cesso senza il telefonino al seguito (anzi sembrerebbe che sia la condizione più ambita dalla popolazione lobotomizzata). Nella nostra scala di valori di dipendenza possiamo considerare la comunicazione direttamente dipendente dall’energia.
Benissimo: abbiamo luce e telefono….ci manca l’acqua.
In questo caso si parla di sovranità idrica (anche le altre due dipendenze sono delle sovranità, che dovrebbero essere gestite dal popolo o dai suoi rappresentanti legalmente eletti). Se un individuo ha la possibilità di approvvigionarsi di acqua senza dover pagare balzello, in maniera automatica, ha raggiunto anche la sovranità alimentare. Può coltivare e produrre alimenti in maniera autonoma, addomesticando il territorio alle sue necessità. Bello vero? Ogni mattina una persona si sveglia, va nella campagna e si approvvigiona di acqua e di alimenti, di cosa altro potrebbe avere bisogno? La moneta, certo! La moneta intesa come strumento di misura dell’impegno profuso da parte di ognuno di noi nella realizzazione di un lavoro fisico e/o mentale. Parliamo di strumento di misura e non di un valore. Il valore, invece, viene assegnato dalle banche (private) emissarie di moneta che prestano agli gnocchi e si fanno pagare interessi attraverso il debito pubblico.
Se una persona, un gruppo di persone, una regione detiene il controllo del proprio denaro ha praticamente tutto. E non fatemi la solita predicozza degli studi di economia e finanza che dicono che le banche sono necessarie, altrimenti oltre a sfasciarvi quel maledetto cervello bacato e lobotomizzato, rischiate di provare l’ira del sottoscritto anche in regioni pubiche anteriori e posteriori.
Potrei considerare una moneta aurea o semplicemente una moneta cartacea emessa direttamente dallo Stato per bilanciare le attività.
Possiamo dire di avere tutto: energia, acqua, alimenti (anche sanità, visto che una alimentazione sana allontana le case farmaceutiche), moneta.
Gli ultimi due elementi che caratterizzano degnamente una indipendenza sono la territorialità, cioè il suolo o la zona dove una persona può fare quello che vuole senza che nessuno possa dare fastidio (immaginate la vostra sala da bagno!!!) e, last but not the least (dulcis in fundo), parliamo di etica o coscienza o educazione o come preferite chiamarla voi. Quel rispetto, quella condizione di vivibilità, di partecipazione, di empatia che lega una persona ad un’altra. Questo ultimo elemento in ordine temporale dovrebbe precedere tutti gli altri, altrimenti il processo di indipendenza è nullo.
Vi immaginate un gruppo di persone che richiede l’indipendenza, in cui ognuno si fa i cazzi propri? Ognuno pensa al suo orticello? Ognuno pensa ai suoi interessi? Ognuno vuole il suo pezzo di storia da gestire?
Ebbene è questo che accade ancora oggi in tutti i gruppi meridionalisti: ognuno pensa ai cazzi propri e nessuno, dico nessuno, ha ancora pensato ad unire il tutto. Chi predilige il Re, chi la Chiesa, chi l’Anarchia, chi la Federazione, chi vorrebbe andarsene con gli spagnoli, chi con i catalani, chi con i russi, chi con i massoni (quelli buoni!!! Sic!!). Nessuno ha ancora deciso di aderire ad un altro gruppo fondendo il tutto. Anzi, ogni giorno che passa ognuno pensa a fottere il suo simile: ti rubo l’idea, ti rubo l’evento, ti rubo l’idea del libro, ti rubo la visibilità. Con queste cazzate il meridionalismo non va da nessuna parte.
Avremmo bisogno, prima di tutto, di creare una figura di Stato innovativa attingendo alle varie correnti filosofiche recenti o antiche. Marx, Hegel, Montesquieu, e tanti altri hanno elaborato filosofie economiche e politiche di quanto si usavano i cavalli e i piccioni viaggiatori. Qualcosa è cambiato nel mondo e, mentre i governanti mondiali utilizzano tecnologie e accordi di cui minimamente abbiamo idea, il popolino resta a guardare la televisione e farsi seghe mentali. Abbiamo la necessità di una nuova forma di governo che privilegi l’umanità e non la maggioranza, il sapere e non le leggi.
Siamo vittime di aberrazioni inumane da parte di uno Stato ormai succube della finanza mondiale. Manovrano le nostre emozioni, le nostre paure, le nostre ambizioni condizionando il nostro futuro.
Abbiate la forza, il coraggio, la lealtà di fare un passo indietro e cercare una soluzione comune che guardi l’economia nel giusto verso (oikos= casa + nomos= legge: cioè la salvaguardia del territorio) e su questa far nascere un nuovo credo a cui aderire senza stare a discutere. Dobbiamo farlo per i nostri figli e dobbiamo farlo subito. Secondo molti studiosi la razza umana si estinguerà nei prossimi cento o duecento anni…forse ci è rimasta una speranza.
Buona vita a tutti
curarsi
Da quando non uso più lo shampo “industriale” non mi lavo più i capelli ogni giorno
Sembra un ossimoro, ma è così: lo shampo industriale non serve a lavare i capelli ma a sporcarli.
Un vezzo derivato uno dei pilastri del neo-liberismo e del capitalismo: creare il problema perchè abbiamo già pronta la soluzione che dovete comprare. Allora perchè produrre un sapone che pulisce, quando ne possiamo creare uno che sporca e che obbliga ad usarlo sempre più spesso acquistandolo?
Ormai utilizzo olio e.v.o. per impacchi, aceto per lucidare e sapone di marsiglia. Risciacquo e poi sono a posto almeno per una settimana con capelli pettinabilissimi e sempre a posto e senza forfora (anche se a questo ha contribuito anche il mio diverso modo di alimentarmi). Non acquisto più alcuno shampo e questo mi basta.
Ma lo shampo è davvero tanto inutile quanto dannoso?
Cerchiamo di capirne di più con questo articolo.
INCI Shampoo Pantene Liscio effetto seta
Medicinali fai da te: Golden Milk
Per evitare problemi degli schiavi delle multinazionali farmaceutiche (BIG PHARMA) DEVO necessariamente dire che quello state per leggere non sostituisce le cure di un medico o i relativi medicinali che potrà prescrivervi e che voi andrete ad acquistare. Si tratta solo di un PALLIATIVO
Detto questo, auguro una fistola gassosa anale a tutti i dirigenti delle multinazionali farmaceutiche.
Veniamo al nostro medicinale fai da te, il Golden Milk, appunto.
Come per la soluzione al diabete, anche questo medicinale l’ho testato su mio padre 87enne con risultati eccezionali.
Se funziona a lui, funziona a tutti.
In questo caso parliamo di un rimedio contro infiammazioni generiche o muscolo-scheletriche, dolori, contro tosse e raffreddore, problemi batterici o virali alle vie respiratorie, depurazione del fegato, crampi mestruali, metabolismo, problemi digestivi, colesterolo, difese immunitarie.
Riguardo il suo uso come stimolatore sessuale non posso confermarlo.
Occorrente
Dobbiamo avere a disposizione alcuni elementi di base:
Un paio di vasetti di vetro: sono sufficienti quelli di almeno 250 gr.
Un frullatore ad alta velocità e lame d’acciaio: io uso il Bimby, ma ho visto che si può usare qualsiasi frullatore, l’importate è che abbia l’alta velocità, oppure ci mettete una vita.
Mandorle: diciamo che andrebbero bene circa 300 grammi pelate (devono essere bianche), ma ho visto che lavorando la pellicina vanno anche bene, anche se il Golden risulta più scuro. In versione con pellicina è più ricco di fibre.
Olio di mandorla ad uso alimentare: Costa un po’ ma dura parecchio. Sempre meglio che farvi una dose di cortisonici.
Curcuma 50 gr.: la trovate dal droghiere, oppure in rete. Io ho trovato una azienda siciliana che ha un ottimo rapporto qualità/prezzo.
Miele: evitate quello del supermercato e trovatene qualcuno vicino casa. Forse costerà un po’ di più, ma è sicuramente più genuino.
Preparazione
Per le mandorle possiamo utilizzare sia quelle pelate che quelle con pellicina, l’importante è che siano biologiche. Se vogliamo pelarle è necessario metterle a bagno in acqua calda (non bollente) per 12 ore e poi procedere nella pelatura.
Una volta spellate mettiamole in forno caldo a 170/180° per 7/8 minuti. Non dobbiamo abbrustolirle, solo seccarle un po’.
Tolte dal forno possiamo passarle nel frullatore. Tutto ad alta velocità per 30 secondi. Staccare dalle pareti il prodotto e rimetterlo sul fondo. Frullare per altri 30 secondi. Ripetere l’operazione fino a quando avremo come risultato una crema (burro di mandorla: si può usare al posto di quello vaccino, anche da spalmare sul pane dei ragazzi, come snack)
Riponiamo il burro di mandorla in un vasetto di vetro e lo chiudiamo, riponendolo in frigo.
Prendiamo la curcuma e la misceliamo con 100 gr di acqua in un pentolino. Mettiamo a bollire a fuoco lento continuando sempre a mescolare fino ad ottenere una crema liquida. Anche questo lo mettiamo in un vasetto di vetro, riponendolo in frigo.
A questo punto abbiamo quattro contenitori: olio di mandorla ad uso alimentare, miele, vasetto di burro di mandorle, vasetto di crema di curcuma.
Posologia
Ogni mattina, appena svegli, riscaldiamo un po’ acqua (l’occorrente per un bicchiere), e ci mettiamo dentro un cucchiaino per ogni prodotto. Mescoliamo il tutto e lo beviamo. Ripetiamo questa operazione per una quarantina di giorni.
Fatto questo abbiamo evitato una montagna di medicinali. Credetemi.
AVVERTENZE
Il preparato che otterrete non ha alcun tipo di controindicazioni, possono usarlo tutti a patto di essere moderati nel consumo di carni (non di produzione industriale e solo una volta al mese), di derivati animali (latte, uova, formaggi, ecc) (una volta alla settimana), non abusare con alcolici, non usare tabacchi industriali, non usare droghe pesanti, avere almeno 14 anni di età (per i più piccoli ci pensa madre natura con l’allattamento naturale).
(n.d.r. personalmente sono contrario all’uso della carne e del pesce nell’alimentazione umana, e preferisco evitare, per quanto possibile, l’uso dei derivati animali)
Costi indicativi
Secondo la mia esperienza personale i costi delle confezioni acquistate sono i seguenti
Miele biologico: 7,50 euro. Possiamo trovarne anche a meno prezzo, dipende dalla zona e dall’annata.
Olio di mandorle ad uso alimentare 8,50 euro. In rete potrete trovare diversi prezzi a secondo delle confezioni e dell’origine.
Mandorle dolci pelate biologiche 5,00 euro. Se acquistiamo mandorle con il guscio, da lavorare, riduciamo il costo di parecchio
Curcuma: 50 gr. 1,30 euro
In tutto sono 22,30 euro. Sembra caro, ma considerate che dura parecchio. Il rapporto prezzo/risultati è ineguagliabile.